martedì 16 novembre 2010

Parità

Ed eccoci qui alla fine di una giornata come tante, in cui tanti desideri sono stati esauditi, e tanti altri no; dove qualcuno ha pianto, e qualcuno ha riso, o qualcuno ha riso e pianto contemporaneamente; in cui qualcuno ha studiato , e qualcun altro si è dedicato alla cura del suo corpo…
Ma la cosa che ci accomuna un po’ tutti è che ognuno di noi , alla fine di una giornata, si ritrova nel letto con mille pensieri che poi semplicemente si spengono in un sonno.
Tra i mille pensieri di una giornata forse ogni donna in questo mondo pensa al proprio uomo, al suo ex, o al ragazzo che tanto vorrebbe al suo fianco.
Chi di noi donne non ha mai pensato ad un uomo… o anche due? Escludendo donne che sono interessate al loro stesso sesso s’intende. E allora mi domando ancora…chi? Per quanto impegnate, prese dalla propria vita, ogni donna prima o poi, segretamente o pubblicamente, dedicherà i propri pensieri a qualcuno di speciale.

Quello di cui voglio parlare in questo primo post è ovviamente qualcosa riguardate gli uomini.
Anzi, in particolare, la famosa parità tra uomo e donna. Le statistiche dicono che negli ultimi anni ci sono stati molti passi avanti in questo senso all’interno della comunità europea, sebbene però siano tuttora presenti disparità sia in ambito lavorativo, sia nell’organizzazione della famiglia e sia per quanto riguarda le responsabilità in generale. Senza contare che le donne rimangono le principali vittime di violenze sia fisiche che psicologiche.
Parlando però del rapporto personale uomo-donna, a volte noi donne ci ritroviamo impantanate nel nostro stesso desiderio di parità. Per esempio quando finiamo per dover fare la parte dell’uomo nella coppia. A volte i ruoli si invertono: donne che pagano il conto al posto del proprio compagno; donne che fanno il primo passo in una relazione; donne indipendenti che vivono sole e tornando a casa dal lavoro trovano il proprio uomo, disoccupato, che ancora vive con i suoi, magari impegnato a guardare una partita di calcio… ed esempi ce ne sono tanti.
Eppure quando davvero abbiamo bisogno di quella parità, ecco che la parità non c’è.
Ditemi ragazze, donne, chi di voi vorrebbe passare la propria vita chiusa in casa a sgobbare per tenere la casa in perfetto ordine e a badare ai bambini? Chi vorrebbe una vita dove la cosa che ci dà più soddisfazione in una giornata è l’esser riuscita a pulire i vetri e le tapparelle di tutta casa, in una sola mattinata?! Dove la cosa più emozionante è il ritorno a casa del marito, e magari il momento di svago è fare la spesa? Chi vorrebbe una vita così? Ora? Nel 2010? Chi?... Credo nessuna o quasi.
E allora perché gli uomini ci vogliono intrappolare in un mondo del genere? Perché?
Premetto che non c’è nulla di male in una vita così, ognuno di noi ha il diritto di fare le proprie scelte. Ma io credo che la maggior parte di noi donne abbia delle ambizioni, magari diverse da quelle di fare solo la casalinga.
Io ho dei progetti per la mia vita, voglio laurearmi, lavorare, e avere una famiglia.
Eh si!! Cari uomini, voglio avere una famiglia e lavorare!! Oddio! Che cosa grave no? Quale mamma rinuncerebbe a qualche ora con i figli per lavorare?
Io. Io lo farei, come tante altre donne lo fanno tutt’ora, e non perché non vogliono abbastanza bene ai propri figli, ma perché vogliono bene anche a se stesse. Ovvio che il lavoro toglie del tempo da passare con i figli, ma credo anche che una donna possa essere sia madre che donna. Il fatto di avere dei figli non deve limitare la vita di una donna.
Perché il padre può non essere presente 24 ore su 24? Solo perché la madre ha per nove mesi un legame così stretto con il proprio figlio, non vuol dire che anche una volta passato lo svezzamento deve essere un tutt’uno con lui/lei. Passati quei mesi la figura del padre diventa altrettanto importante, è per questo che i figli, la famiglia, si creano insieme. Madre e padre devono occuparsi sia della famiglia che della propria persona, in egual modo.

Voi cosa ne pensate?