lunedì 11 aprile 2011

Di nuovo qui.


Ed eccomi di nuovo qui, dopo un bel pò di tempo, torno a scrivere, perchè oggi? mah! probabilmente perchè sono particolarmente ispirata, o forse semplicemente perchè non avevo nessuna voglia di studiare, e quindi come una pazza ho aperto word e ho iniziato a scrivere cose senza senso, ma indovinate?  quelle cose senza senso, alla fine un senso ce l'hanno. 
Perciò...ecco a voi!

È triste rendersi conto che la tua vita è strettamente legata a quella di un’altra persona, è strano come senza rendertene conto diventi una cosa sola  con questa;  come parte di te va via senza accorgertene, e ti ritrovi ad aver bisogno in ogni istante di quella presenza.
È proprio vero che non scegli di chi innamorarti, e soprattutto non decidi tu di farlo, sarebbe troppo facile, nessuno o quasi vorrebbe innamorarsi, troppo difficile e doloroso. È decisamente più facile fare “esperienze” senza legarsi mai veramente a qualcuno. Perché in questo modo non rischi di rimanerci troppo male. In questo modo non è tuo dovere dare te stessa, confidare all’altra persona ogni tuo segreto e difetto, non è tuo dovere spogliarti interamente delle tue “protezioni”.
Solo che quando incontri quella persona, che ti attrae in un modo diverso da tutti gli altri, tu non sai , non puoi sapere che alla fine ti ritroverai nella merda per aver anche solo pensato di andarci a letto. Tu non puoi sapere che appena deciderai di ammettere a te stesso che effettivamente ti interessa quella persona, finirai con l’amarla.
Sono certa che quella frase…com’era? “ciò che non ti uccide, ti fortifica…”, si …insomma, quella frase, è vera. Purtroppo, o forse per fortuna, non si muore per amore, non si muore per il dolore , non quello d’amore almeno. Tutto passa, tutto scorre, le cose che ora ci fanno male, domani ci faranno sempre meno male. Oggi ci sembrerà di non poter respirare, domani sarà persino peggio, e gli occhi ti bruceranno dalle lacrime, ma tra una settimana, tra un mese, tra un anno, il dolore sarà passato e tutto ciò che ci rimarrà saranno solo i nostri ricordi, i più belli. Perché quelli rimangono, le cose negative si dimenticano, e meno male direi! Le cose andranno meglio, le cose devono andare meglio, se no come faremmo a superare le morti?
Ad un certo punto, bisogna solo smettere di sognare, smettere di sperare che le cose possano andare meglio, ad un certo punto dobbiamo scendere dalle nostre fantasie, rimettere i piedi per terra, e passo dopo passo andare avanti, senza voltarsi. Solo quando ti sentirai davvero pronta, riuscirai a voltarti indietro, riuscirai a guardare quella tua fantasia che avevi creato con quell’altra persona, con quella persona che ti aveva fatto salire su quella fantasia, e sorriderai. Sorriderai guardandola da lontano, perché comunque vada, è parte della tua vita, in qualche modo ti ha cambiato, ti ha fatto crescere, in qualche modo ti ha resa quella che sei ora, con tutti i tuoi difetti e pregi, ti ha reso la persona meravigliosa che sei.
Perché ci sono persone, che non meritano di versare una miriade di lacrime, persone che hanno dato tutto quello che potevano dare.  E sapete qual è la cosa che fa più rabbia? La cosa che ci fa più incazzare, è proprio la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per rendere la relazione migliore. Quando sei tu a fare la tua parte, quando sei tu a raggiungere la metà, senza che l’altra persona abbia fatto lo stesso…beh! In quel caso, non puoi fare proprio niente. Non puoi costringere una persona ad amarti, non puoi costringere una persona a tenerti con se.  Tutto quello che potevi fare era fargli capire che tu ci saresti sempre stata per lui, che tu non l’avresti mai ferito, che tu….tu, ti eri davvero impegnata a renderlo felice; ma che lui ha semplicemente rifiutato , perdendo probabilmente una delle poche persone che lo conosceva davvero, e che era pronta a dare l’anima per lui. Avrà perso una persona così, prendendone altre cento meno importanti, altre cento che di lui non si interesseranno davvero, ma lo utilizzeranno solamente.
E dopo di che…possiamo solo prendere le nostre cose, i nostri sentimenti, e chiuderli in un cassetto, e la prossima volta…forse, faremo più attenzione a chi, e quando dare il nostro cuore.

Sapete…dopo aver provato entrambe le cose, le esperienze, e l’amore. Nonostante tutte le sofferenze, nonostante tutte le lacrime, nonostante tutte le litigate e gelosie, sono fermamente convinta che è davvero meglio l’amore. Ti fa vedere le cose in maniera diversa, più luminosa. Perché quando ami, la persona che ti è vicino ti illumina le giornate magari anche solo con un semplicissimo “buongiorno amore mio…” o un “ ti amo…” o anche con un sorriso.
Perciò amate, ma soprattutto lasciate che gli altri vi amino, e vi prometto che vi renderà molto felici…e si , probabilmente anche molto tristi, ma ne vale centomila volte la pena! 
Tanto per rimanere in tema,vi consiglio di vedere "Amici,amanti e..."

martedì 16 novembre 2010

Parità

Ed eccoci qui alla fine di una giornata come tante, in cui tanti desideri sono stati esauditi, e tanti altri no; dove qualcuno ha pianto, e qualcuno ha riso, o qualcuno ha riso e pianto contemporaneamente; in cui qualcuno ha studiato , e qualcun altro si è dedicato alla cura del suo corpo…
Ma la cosa che ci accomuna un po’ tutti è che ognuno di noi , alla fine di una giornata, si ritrova nel letto con mille pensieri che poi semplicemente si spengono in un sonno.
Tra i mille pensieri di una giornata forse ogni donna in questo mondo pensa al proprio uomo, al suo ex, o al ragazzo che tanto vorrebbe al suo fianco.
Chi di noi donne non ha mai pensato ad un uomo… o anche due? Escludendo donne che sono interessate al loro stesso sesso s’intende. E allora mi domando ancora…chi? Per quanto impegnate, prese dalla propria vita, ogni donna prima o poi, segretamente o pubblicamente, dedicherà i propri pensieri a qualcuno di speciale.

Quello di cui voglio parlare in questo primo post è ovviamente qualcosa riguardate gli uomini.
Anzi, in particolare, la famosa parità tra uomo e donna. Le statistiche dicono che negli ultimi anni ci sono stati molti passi avanti in questo senso all’interno della comunità europea, sebbene però siano tuttora presenti disparità sia in ambito lavorativo, sia nell’organizzazione della famiglia e sia per quanto riguarda le responsabilità in generale. Senza contare che le donne rimangono le principali vittime di violenze sia fisiche che psicologiche.
Parlando però del rapporto personale uomo-donna, a volte noi donne ci ritroviamo impantanate nel nostro stesso desiderio di parità. Per esempio quando finiamo per dover fare la parte dell’uomo nella coppia. A volte i ruoli si invertono: donne che pagano il conto al posto del proprio compagno; donne che fanno il primo passo in una relazione; donne indipendenti che vivono sole e tornando a casa dal lavoro trovano il proprio uomo, disoccupato, che ancora vive con i suoi, magari impegnato a guardare una partita di calcio… ed esempi ce ne sono tanti.
Eppure quando davvero abbiamo bisogno di quella parità, ecco che la parità non c’è.
Ditemi ragazze, donne, chi di voi vorrebbe passare la propria vita chiusa in casa a sgobbare per tenere la casa in perfetto ordine e a badare ai bambini? Chi vorrebbe una vita dove la cosa che ci dà più soddisfazione in una giornata è l’esser riuscita a pulire i vetri e le tapparelle di tutta casa, in una sola mattinata?! Dove la cosa più emozionante è il ritorno a casa del marito, e magari il momento di svago è fare la spesa? Chi vorrebbe una vita così? Ora? Nel 2010? Chi?... Credo nessuna o quasi.
E allora perché gli uomini ci vogliono intrappolare in un mondo del genere? Perché?
Premetto che non c’è nulla di male in una vita così, ognuno di noi ha il diritto di fare le proprie scelte. Ma io credo che la maggior parte di noi donne abbia delle ambizioni, magari diverse da quelle di fare solo la casalinga.
Io ho dei progetti per la mia vita, voglio laurearmi, lavorare, e avere una famiglia.
Eh si!! Cari uomini, voglio avere una famiglia e lavorare!! Oddio! Che cosa grave no? Quale mamma rinuncerebbe a qualche ora con i figli per lavorare?
Io. Io lo farei, come tante altre donne lo fanno tutt’ora, e non perché non vogliono abbastanza bene ai propri figli, ma perché vogliono bene anche a se stesse. Ovvio che il lavoro toglie del tempo da passare con i figli, ma credo anche che una donna possa essere sia madre che donna. Il fatto di avere dei figli non deve limitare la vita di una donna.
Perché il padre può non essere presente 24 ore su 24? Solo perché la madre ha per nove mesi un legame così stretto con il proprio figlio, non vuol dire che anche una volta passato lo svezzamento deve essere un tutt’uno con lui/lei. Passati quei mesi la figura del padre diventa altrettanto importante, è per questo che i figli, la famiglia, si creano insieme. Madre e padre devono occuparsi sia della famiglia che della propria persona, in egual modo.

Voi cosa ne pensate?